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Le elezioni politiche in Italia

Ciao, sono Barbara, insegno italiano come lingua straniera e mentre scrivo mi trovo in Italia, in piena campagna elettorale. Vorrei quindi raccontarti qualcosa di più sulle elezioni politiche italiane, qualcosa che forse non sai e che magari, nel tuo Paese, funziona diversamente…

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Da quando sono nata, l’Italia ha cambiato nove (9) legislature – tra poco saranno dieci (10) – e ventun (21) Presidenti del Consiglio dei Ministri – tra poco saranno ventidue (22). Per fare un confronto con altri Paesi, basti pensare che – nello stesso lasso di tempo – in Germania si sono alternati solo quattro (4) cancellieri, in Spagna ci sono stati cinque (5) primi ministri e nel Regno Unito sei (6), sette (7) da poco.

Sono venuta al mondo in un periodo storico molto particolare per l’Italia, quello che ha portato alla fine della cosiddetta “Prima Repubblica”- dopo lo scandalo di “Tangentopoli” e l‘inchiesta giudiziaria “Mani Pulite” – e all’inizio dell’ “Era Berlusconiana”. Silvio Berlusconi, infatti, è stato l’imprenditore che negli anni Novanta (90) del secolo scorso per primo si è fatto strada nel mondo della politica grazie a una propaganda allora inedita, veicolata attraverso una potente comunicazione mediatica su televisioni e radio di sua stessa proprietà.

Il suo governo è stato, ad oggi, il più longevo dalla Proclamazione della Repubblica Italiana: ci sono stati ben quattro (4) governi-Berlusconi per una durata complessiva di 3339 giorni, cioè nove (9) anni.

Vocabolario 1

basti pensare che = just think that

lasso di tempo = period of time

inchiesta giudiziaria = judicial inquiry

imprenditore = entrepreneur

si è fatto strada (“farsi strada”) = he made his way

inedita = unprecedented

veicolata = conveyed

longevo = long-lived, durable


Infatti, l’Italia non è particolarmente famosa per la stabilità dei suoi governi. Nel momento in cui scrivo, ci troviamo in piena campagna elettorale: tutti i cittadini italiani di età uguale o superiore a diciotto (18) anni sono “chiamati alle urne“, cioè possono andare a votare. Sì, il 25 settembre 2022 in Italia ci sono le ennesime elezioni politiche.

Vorrei quindi raccontarti qualcosa di più sulle elezioni politiche italiane, qualcosa che forse non sai e che magari nel tuo Paese funziona diversamente.

Per esempio, lo sai da quando esiste il suffragio universale in Italia? Se hai seguito gli scorsi episodi di questo blog-podcast, forse sì. Se non ti ricordi, sappi che le donne italiane hanno ottenuto il diritto al voto solo con la fine della Seconda Guerra Mondiale e il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica.

Quest’anno c’è un’altra novità: per la prima volta nella storia, i ragazzi maggiorenni di età inferiore ai venticinque (25) anni possono votare non solo per la Camera dei Deputati, ma anche per il Senato.

Vocabolario 2

campagna elettorale = election campaign

le urne (sing. l’urna) = literally “urns”, but in this context = polls

suffragio universale = universal suffrage (everybody being able to vote)

sappi (congiuntivo di sapere) = be aware

il diritto al voto = the right to vote

maggiorenni = of age (at least 18 years old)

inferiore = less than


Ok, facciamo un passo indietro. Come funziona il sistema elettorale italiano? Prendiamo il caso più imminente, quello delle elezioni politiche (ci sono anche quelle europee, quelle regionali e quelle amministrative… Ma oggi cerchiamo di complicarci la vita il meno possibile, ok?).

Dal 1946 – anno della nascita della Repubblica Italiana – fino al 1993, quindi per quasi cinquant’anni (50) si è adottata la legge proporzionale classica. Nel 1993 fu approvata la legge Mattarella (devi sapere che in Italia le leggi prendono il nome dei loro promotori), diventata famosa anche come “Mattarellum”, che introdusse per la prima volta un sistema elettorale misto, cioè in parte proporzionale e in parte maggioritario.

Seguirono la legge Calderoli (detta “Porcellum”) del 2005 e il “Rosatellum” del 2017 (dal nome del suo relatore Ettore Rosato) che è in uso ancora oggi. Si tratta sempre di un sistema misto, un po’ maggioritario (che funziona con collegi uninominali) e un po’ proporzionale (che funziona con collegi plurinominali).

È troppo complicato? Non preoccuparti, anche gli italiani fanno fatica a capire come funziona! Basta che ti immagini i collegi come delle divisioni territoriali che entrano in gioco in occasione delle elezioni: nei collegi plurinominali i seggi (cioè le “sedie” in Parlamento) sono assegnati in base alle percentuali di voto ottenute dai partiti, nei collegi uninominali ottiene il seggio il candidato più votato.

Quindi, gli elettori possono scegliere sia il nome di un candidato, sia l’intero partito. Attenzione: non è possibile fare il cosiddetto “voto disgiunto“, cioè scegliere una persona che appartiene a un partito diverso da quello votato. Sulla scheda elettorale i partiti possono presentarsi da soli, oppure in coalizioni. Le coalizioni, cioè dei raggruppamenti di partiti alleati, sono a mio parere il motivo per cui i governi italiani rischiano sempre di crollare (e spesso lo fanno!). Perché dico così? Semplice: i partiti si alleano per ottenere più voti, ma poi non vanno d’accordo su questioni importanti quando devono governare il Paese e questo… è un problema.

Vocabolario 3

imminente = upcoming

misto = mixed, joint

fanno fatica (“fare fatica”) = they struggle

entrano in gioco (“entrare in gioco”) = come into play

partito (politico) = political party

“voto disgiunto” = literally, vote splitting

appartiene = it belongs

presentarsi da soli = going solo

alleati = allies

crollare = to fall

si alleano (verbo “allearsi”) = they ally, they team up

le questioni = matters


Ah, alcune cose che forse ho dato per scontate:

  • I cittadini italiani votano per scegliere le persone che entreranno in Parlamento, ma è il Presidente della Repubblica (Sergio Mattarella, oggi) che dà l’incarico al Presidente del Consiglio di formare il Governo, cioè scegliere i ministri. Questo momento è chiamato delle “consultazioni”.
  • Il Parlamento italiano è formato da due camere: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. La Camera ha oggi 400 seggi (cioè “sedie”) e il Senato ne ha 200.
  • Un fatto curioso che accade in Italia in occasione delle elezioni è il cosiddetto “silenzio elettorale”. Si tratta delle 24 ore che precedono le votazioni, in cui la legge vieta alle radio e alle televisioni di parlare di politica per non influenzare gli elettori e lasciarli tranquilli a riflettere prima di andare a votare. Quindi, niente più interviste ai politici, niente più sondaggi e proiezioni di voto. Questa legge, però, risulta oggi un po’ anacronistica, un po’ “vecchia”… insomma non è più al passo coi tempi. Infatti, i social media ne sono esenti e, lo sappiamo, oggi gli elettori sono molto influenzati e influenzabili da quello che leggono e vedono su Facebook, Instagram e TikTok (ma anche dai podcast, per esempio!).

Vocabolario 4

dà l’incarico (“dare l’incarico”) = he entrusts

precedono = they precede, they come before

vieta (dal verbo vietare) = it forbids

anacronistica = anachronistic, not up-to-date

ne sono esenti = they are exempt from this law

gli elettori = voters

non è (più) al passo coi tempi (non essere “al passo coi tempi”= not being in line with the time


Ma torniamo alle elezioni… Che cosa succede in quei giorni? Per raccontartelo, prendo in prestito le parole del “grande” Giorgio Gaber, che ci ha fatto su una canzone.

Giorgio Gaber – Le elezioni (1991)

Generalmente mi ricordo
Una domenica di sole
Una mattina molto bella
Un’aria già primaverile
In cui ti senti più pulito
Anche la strada è più pulita
Senza schiamazzi e senza suoni
Chissà perché non piove mai
Quando ci sono le elezioni
Una curiosa sensazione
Che rassomiglia un po’ a un esame
Di cui non senti la paura
Ma una dolcissima emozione
E poi la gente per la strada
Li vedo tutti più educati
Sembrano anche un po’ più buoni
Ed è più bella anche la scuola
Quando ci sono le elezioni
Persino nei carabinieri
C’è un’aria più rassicurante
Ma mi ci vuole un certo sforzo
Per presentarmi con coraggio
C’è un gran silenzio nel mio seggio
Un senso d’ordine e di pulizia
Democrazia
Mi danno in mano un paio di schede
E una bellissima matita
Lunga, sottile, marroncina
Perfettamente temperata
E vado verso la cabina
Volutamente disinvolto
Per non tradire le emozioni
E faccio un segno sul mio segno
Come son giuste le elezioni
È proprio vero che fa bene
Un po’ di partecipazione
Con cura piego le due schede
E guardo ancora la matita
Così perfetta e temperata
Io quasi quasi me la porto via
Democrazia

Giorgio Gaber – Le elezioni

Se leggiamo il testo di questa canzone, saltano all’occhio subito alcuni elementi. Gaber, prima, parla del tempo cioè di “una domenica di sole, una mattina molto bella, un’aria già primaverile”. Le elezioni infatti, come ti ho accennato, avvengono sempre nel fine settimana, ma qui il cantautore descrive anche una stagione particolare: la primavera. Effettivamente, solitamente le elezioni politiche italiane si svolgono tra febbraio e giugno. Per la prima volta dal 1948 ad oggi, le elezioni del 25 settembre 2022 sono state organizzate (con molta fretta) in autunno.

Poi Gaber nomina la scuola. Dice infatti che “è più bella anche la scuola quando ci sono le elezioni”. Perché? Devi sapere che in Italia si vota sempre nelle scuole. Ricordo ancora, quando ero un’alunna, il fermento che si percepiva per l’organizzazione di questo grande evento. Spesso le lezioni venivano interrotte i giorni prima delle elezioni per permettere al personale addetto di togliere i banchi dalle aule e di allestire le cabine di voto. Anche il lunedì, capitava di non andare a scuola per permettere agli scrutinatori di terminare “lo spoglio delle schede”, cioè il conteggio dei voti.

Infine, Gaber dice: “con cura piego le due schede”. Perché due? Semplice, alle elezioni politiche i cittadini sono chiamati a votare due volte: un voto per la Camera dei deputati e un voto per il Senato.

Le due schede di cui parla Gaber: quella per votare la Camera e quella per votare il Senato. Foto scattata alle mie schede ricevute per posta (voto dall’estero) prima di votare.

Vocabolario 5

prendo in prestito (“prendere in prestito”) = borrow

ci ha fatto su (“farci su”) = makes up

saltano all’occhio (“saltare all’occhio”) = they stand out, they catch the eye

come ti ho accennato (dal verbo accennare) = like I mentioned to you

si svolgono (“svolgersi”) = are held, take place

alunna = pupil

la fretta = hurry

il fermento = excitement

venivano interrotte = erano interrotte = were stopped

il personale addetto = the (school) staff

i banchi = school desks

le aule = school rooms

allestire = to arrange, to set up

le cabine di voto = voting booths

capitava = it happened

scrutinatori = scrutatori = evaluators (people in charge of counting the votes)

“lo spoglio delle schede” = the opening of votes

il conteggio dei voti = the counting of votes

piego (dal verbo piegare) = I bend, I fold


Ma chi sono gli scrutinatori che ti ho nominato prima? Queste persone, chiamate anche semplicemente “scrutatori”, sono dei cittadini che decidono volontariamente di lavorare all’organizzazione e gestione delle elezioni politiche. Per poterlo fare, devono semplicemente iscriversi alla lista degli scrutatori del loro Comune di residenza e rispondere alla chiamata nel caso di necessità per le prossime elezioni (ovviamente possono sempre dire di no). Gli scrutatori che lavorano alle elezioni hanno diritto a un compenso economico per questo servizio e all’esenzione dal loro lavoro ordinario nei giorni in cui sono impegnati per prestare servizio allo Stato.

Vorrei concludere questo episodio con una canzone che parla proprio degli scrutatori. È una canzone ironica, scritta e cantata dall’eccentrico Samuele Bersani, che racconta in modo brillante le contraddizioni che caratterizzano alcuni italiani. Spero così di strapparti un sorriso, mentre ascolti “Lo scrutatore non votante”, una persona che vive la vita come un “ateo praticante“, perché “prepara un viaggio ma non parte” e “pulisce casa ma non ospita”.

Hai mai conosciuto qualcuno così? 😉

Samuele Bersani – Lo scrutatore non votante

Vocabolario 6

la gestione = the management

iscriversi = to subscribe, to enroll

Comune di residenza = municipality of residence

l’esenzione = the exemption

sono impegnati = are busy with

strapparti un sorriso = to snatch a smile

un ateo praticante (ossimoro) = an atheist who goes to Church


Se tutto questo parlare di votazioni ti ha fatto venire voglia di votare… C’è una buona notizia: Puoi votare anche tu! Ma, no… Ovviamente non puoi votare alle elezioni politiche italiane (che a quest’ora sono già concluse da tempo!) ma puoi votare qualcosa di molto più interessante… puoi votare una storia 🙂


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2 thoughts on “Le elezioni politiche in Italia

  1. Grazie Barbara,
    Questo podcast è molto interessante!
    Penso che abbiamo circa la stessa età… Da quando sono nata, in Canada abbiamo avuto otto primi ministri . Non mi piace molto la politica, ma quando invecchio, vedo che è importante.

    1. Ciao Ginevra, ma dai!?
      Si, ho avuto la tua stessa impressione: Neanche a me è interessata mai molto la politica, ma ora ci sono alcuni aspetti che mi affascinano (e che mi fanno arrabbiare, purtroppo!). Grazie per il tuo commento e per aver letto/ascoltato questo episodio:)

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