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La carbonara è un’invenzione! 🍝

Ciao! Sono Barbara, insegno italiano come lingua straniera e… lo so, è tanto tempo che non ti racconto una storia. A dire il vero, ho pronta questa storia da settimane! Ma, lo sai, la vita ogni tanto si mette in mezzo ai nostri progetti e ci costringe a rallentare. Ecco perché ho saltato la “deadline”, cioè la data di scadenza, in cui avevo deciso di pubblicare questo episodio. Volevo pubblicarlo il 6 aprile, che è “il Carbonara Day”. Poco male, sai? Nelle ultime settimane ho imparato ad avere tanta pazienza e so che anche tu, che stai imparando l’italiano, ne hai altrettanto bisogno… di pazienza. E poi, ti confesso che il Carbonara Day non è altro che un’invenzione (proprio come la Carbonara!). Perché? Te lo racconto subito, piano piano…

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Ti ricordi del corso di italiano che ho tenuto in un ristornate di Londra? Il ristorante si chiama Lardo e te ne avevo parlato qui. Ogni lunedì sera, oltre a seguire il corso, i partecipanti assaggiavano piatti italiani preparati dal bravissimo cuoco Matt.

Un lunedì, Matt ha preparato la carbonara. Devo dirti che ero un po’ preoccupata, perché questo famosissimo piatto italiano spesso non viene cucinato nel modo appropriato, fuori dall’Italia. Ok, ho appena detto una cosa molto nazionalista, vero? Ma lascia che ti spieghi meglio perché per noi italiani le ricette “corrette” sono così importanti.

Ok, in realtà non lo so. Però posso assicurarti che in tutti questi anni ci ho pensato su molto e sono giunta a questa conclusione: per gli italiani il cibo è molto più di un alimento. Il cibo racconta una storia, ma soprattutto, il cibo fornisce un’identità.

Vocabolario 1

ho tenuto = I ran

assaggiavano = they tasted

il cuoco = the cook

appropriato = proper

lascia che ti spieghi = let me explain

corrette = right, correct

ci ho pensato su molto = I thought about that a lot

sono giunta = I came (to the conclusion)

alimento = food

fornisce = it provides


La ricetta della carbonara

Prendiamo la carbonara. Tu conosci tutti gli ingredienti con cui la si prepara? Forse, se come i miei studenti stai guardando il programma “Searching for Italy” con Stanley Tucci, avrai qualche vantaggio.

E allora ti metto alla prova, così come ho fatto con i miei studenti attraverso un test interattivo (ti lascio qui il link):

  • Nella carbonara… ci vuole la panna?
  • Nella carbonara… ci vuole la cipolla?
  • Nella carbonara… ci vuole il guanciale o la pancetta?
  • Ci si mette il parmigiano o il pecorino?
  • E le uova? Quante? Solo il tuorlo o anche l’albume?

Vocabolario 2

ti metto alla prova = I’m testing you

Ci si mette = You must add

Ci vuole = You need

il tuorlo = yolk

l’albume = egg white


L’origine della carbonara

Ok, forse dovremmo partire dalle origini. Ma quali origini? La verità è che ci sono molte teorie su quella che è la vera origine della carbonara…

Alcuni pensano che il nome derivi dalla parola “carbone“, cioè quel combustibile generato da un processo di trasformazione del legno. Sembra che “i carbonai”, cioè i boscaioli che andavano nei boschi per fare il carbone, portassero con sé un pasto molto sostanzioso per poter resistere al loro duro lavoro fino al ritorno a casa di sera. Il maiale e le uova erano prodotti di origine animale facili da reperire per chi viveva vicino ai boschi e così, ecco che preparavano questa pasta condita con carne e uova, che facevano cuocere sul fuoco.

Un’altra teoria, invece, vede come protagonisti i carbonari. La “Carboneria” era una società segreta italiana sviluppatasi nei primi anni del 1800. I carbonari erano un gruppo di rivoluzionari, insoddisfatti della situazione politica del loro tempo, che giocarono un importante ruolo nel processo di unificazione italiana (l’Unità d’Italia è datata 1861, anno della creazione del Regno d’Italia). Sembra che le riunioni segrete dei carbonari durassero per lunghe ore e che gli spaghetti alla carbonara fossero il cibo che mangiavano tutti insieme per rifocillarsi.

Eppure, c’è qualcosa che non torna.

Sì, perché la prima ricetta della carbonara è apparsa nei libri… Prova a dire quando? Dopo la Seconda Guerra Mondiale!

Una prima versione della carbonara compare, infatti, nella rivista di cucina “La cucina italiana” del 1954. Gli ingredienti qui, però, sono: spaghetti, uovo, pancetta, gruviera e aglio. Il guanciale, che oggi è considerato la regola che non può essere trasgredita, compare solo nel ricettario di Luigi Carnacina “La grande cucina” del 1960.

Ma cosa è successo durante la Seconda Guerra Mondiale? È successo che i soldati provenienti dai Paesi alleati hanno viaggiato e dato vita a un inaspettato scambio culturale. I soldati americani arrivati in Italia, per esempio, avevano a disposizione la cosiddetta “razione K”, cioè una versione liofilizzata (in polvere) di un cibo molto popolare negli Stati Uniti: uova e bacon.

Renato Gualandi fu il giovane cuoco di origine bolognese che sembra avere per primo inventato la carbonara. Fu ingaggiato il 22 settembre 1944 per preparare un pranzo per i soldati americani e inglesi, nella Riccione (una città della Romagna) appena liberata. Utilizzò quindi gli ingredienti che aveva a disposizione: la polvere di uova e bacon e… la pasta italiana! Successivamente il cuoco fu inviato a lavorare a Roma, dove diffuse la fama della carbonara nella Capitale.

Vocabolario 3

il carbone = charcoal

i boscaioli = the woodmen

i boschi = the woods

un pasto = a meal

sostanzioso = rich

duro lavoro = hard work

reperire = obtain, find

condita = dressed with, enriched with

vede come protagonisti = sees as protagonists

durassero (congiuntivo imperfetto) = lasted

rifocillarsi = refueling

c’è qualcosa che non torna = there’s something wrong

compare = it appears

la rivista = the magazine

non può essere trasgredita = cannot be transgressed

provenienti = coming from

in polvere = in powder

sembra avere per primo inventato = it seems he first invented

Fu ingaggiato (trapassato remoto) = was contracted

Fu inviato (trapassato remoto) = was sent

diffuse (passato remoto) = spread

la fama = the fame


La carbonara è un’invenzione

Lo vedi? La carbonara è un’invenzione.

L’invenzione di gente semplice e ingegnosa. Scegli tu la versione della storia che preferisci.

La carbonara è anche l’invenzione di chi trova il suo personalissimo metodo per renderla più cremosa. C’è chi grattugia il formaggio a parte (in una piccola ciotola) e poi ci versa dentro un po’ di acqua di cottura. Mescolando per bene, si forma “la cremina”.

C’è chi sbatte le uova insieme al pepe e al formaggio, prima di aggiungere il composto alla pasta. Alcuni cuochi, invece, aprono le uova direttamente sulla pasta!

Mio padre, per esempio, quando eravamo piccoli ci preparava la carbonara con l’uovo “ben cotto”. Diventava una specie di frittata spezzettata negli spaghetti e non ci metteva il pepe. Perché? Perché ai bambini il pepe non piace e perché l’uovo crudo è pericoloso per loro. A noi piaceva molto fatta così e l’abbiamo chiamata “carbonara” anche se non era perfetta.

Un giorno un ragazzo romano mi ha anche detto che a Roma ognuno ha la sua ricetta della carbonara: alcuni mettono un tuorlo a testa (quindi solo il rosso dell’uovo, uno per ciascun commensale) più un uovo intero; altri uniscono il pecorino al parmigiano (in una percentuale che può variare, per esempio 80% di pecorino e 20% di parmigiano).

E “il Carbonara Day”? Si tratta di un’invenzione recente: questa giornata è stata istituita nel 2017 dall’Unione Italiana Food e International Pasta Organisation (IPO) per celebrare questo piatto italiano e permettere alle persone di tutto il mondo di condividere la propria ricetta della carbonara sui social media.

Insomma, non ci sono certezze quando si parla di “ricette tradizionali” perché ognuno ha inventato e può inventare la propria tradizione.

E tu, come prepari la pasta alla carbonara?

Vocabolario 4

ingegnosa = ingenious, clever

grattugia (grattugiare) = to grate

aggiungere = to add

permettere = to allow

condividere = to share


La storia di oggi è finita e io non vedo l’ora di raccontarti la prossima (sempre con calma, ricordi?). Nel frattempo, ti invito a dare un’occhiata ai corsi di gruppo tematici che inizieranno nei prossimi mesi:

  • a maggio tutti gli studenti di livello principiante (beginners) possono iscriversi al corso “Travel”, pensato per preparare i partecipanti al loro primo viaggio in Italia. Si tratta della terza edizione del corso, che è stato un grande successo in passato (puoi leggere qui le recensioni);
  • a giugno c’è una super novità! Un nuovo corso dedicato a tutti gli studenti di livello intermedio che vogliono scoprire qualcosa di più sul cinema italiano, in particolare sul famoso regista Federico Fellini. Il corso è tenuto dalla bravissima Federica, un’insegnante specializzata in storia del cinema e video making che è entrata a far parte del gruppo di Online Italian Classes;
  • infine, diamo un caloroso benvenuto a Elisa, che ha appena iniziato un percorso di italiano con i suoi primi studenti e non vede l’ora di conoscerne altri. Per conoscere Elisa puoi prenotare una lezione di prova con lei al costo di 7 GB Pounds.

Benvenute Federica ed Elisa! E benvenuti a voi nuovi studenti 😉

Hey, the new editions of our online group courses are starting in May and June!


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Parliamo di soldi 💶

Ciao! Sono Barbara, insegno italiano come lingua straniera e in questo blog ti racconto l’Italia dal mio punto di vista. Oggi voglio parlarti di un tema un po’ scomodo in Italia… Voglio parlarti di soldi.

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Ciao!

Non mi sono più fatta viva, ma sono molto viva. Nelle ultime settimane mi sono successe tante cose:

  • Mi sono trasferita in una nuova città e in un altro Paese
  • Sono andata a vivere a Londra, dove continuo a fare quello che facevo prima… Più qualche novità!
  • Per esempio, ogni lunedì sera sto tenendo un corso di italiano per principianti in un ristorante molto carino.
  • Mentre i partecipanti assaggiano piatti molto creativi preparati con ingredienti italiani, io li preparo al loro prossimo viaggio in Italia… In italiano!
  • Nel frattempo, tutte le attività di Online Italian Classes vanno a gonfie vele.
  • Laura e Silvia stanno conducendo i loro interessantissimi corsi di gruppo tematici, tutti online
  • Inoltre, abbiamo accolto nella comunità online nuovi studenti che ogni settimana fanno mezz’ora o un’ora di conversazione in italiano con me, Laura o Silvia.
  • E presto altri due insegnanti madrelingua italiana si uniranno al gruppo.

Tra gli studenti, c’è un uomo intelligente che si chiama Stefan ed è lui che ha ispirato la storia di oggi (anche se lui non lo sa!)

Vocabolario 1

Non mi sono più fatta viva = I haven’t shown up for a while

(farsi vivi = to show up )

sto tenendo = I’m running

assaggiano = they taste

vanno a gonfie vele = they’re going very well, they’re booming

(andare a gonfie vele = to be booming)


Parliamo di soldi

Qual è il tuo rapporto con i soldi?
Voglio dire, nella tua personale scala dei valori… Dove li metti?

Ecco, questa è una domanda scomoda in Italia perché parlare di soldi è spesso considerato un tabù.

Per esempio, tra amici non ci sono grossi problemi a parlare di soldi, ma quando si tratta dello stipendio che ciascuno di noi percepisce… Allora i toni della conversazione diventano vaghi.

Insomma, non si direbbe mai la cifra esatta che si guadagna. Per esempio: “Io guadagno 1300 euro al mese” oppure “Io prendo 1300 euro al mese”.

Piuttosto, si usano delle “frasi fatte” o delle metafore come:

“Mah, non guadagno male”
“Prendo abbastanza bene”
“Si, lo stipendio è buono”

Oppure

“Con il mio stipendio faccio la fame”
“Prendo davvero poco”
“Guadagno una miseria”

È come se il denaro fosse in qualche modo considerato un affare sporco. Qualcosa che non deve essere nominato per la sua bassezza. Insomma, noi siamo persone intelligenti, ci piace parlare di temi culturali, di filosofia, di sentimenti… I soldi non c’entrano.

Trovo questo atteggiamento un po’ ipocrita.
Perché la verità è che tutto ruota intorno ai soldi.

Vocabolario 2

scomoda = uncomfortable

grossi = grandi = big (plural)

stipendio = salary

percepisce = literally it means “feel” but in this context it means “to get”. We always use this verb when it comes to salary. (Percepire uno stipendio)

vaghi = vague (plural)

la cifra = the amount (the specific number)

si guadagna = one earns

un affare sporco = a dirty business

bassezza = lowness, baseness

tutto ruota intorno ai soldi = everything is about money


Pensiamo all’economia domestica. Le scelte che facciamo ogni giorno sono legate ai soldi. Siamo capaci di cambiare diversi supermercati per rincorrere le offerte del giorno. E lavoriamo sodo, dalla mattina alla sera e certe volte anche nel fine settimana, perché vogliamo guadagnarci una vita libera. Vogliamo essere liberi di regalarci una cena fuori, una vacanza, un corso di yoga e vogliamo essere in grado di farlo con i nostri soldi.

Proprio per questo atteggiamento schivo nei confronti dei soldi, noi italiani tendiamo a lasciarli sempre fuori dai momenti piacevoli, come a non voler rovinare questi momenti.

Per esempio, in occasione di una cena tra amici. In questi casi è molto comune tra gli italiani decidere di “pagare alla romana”. Questo significa che il conto totale verrà diviso in parti uguali, in base al numero dei commensali. E non importa se qualcuno ha preso la carne o il pesce (che costano di più della pasta), qualcun altro non ha bevuto il vino o non ha ordinato il dolce… Si paga alla romana perché è più facile (e perché si vuole evitare di “perdere tempo” a fare i conti e a pensare ai soldi).

Ma la verità è che dei soldi, ci importa eccome! Esiste questa espressione italiana “fare i conti in tasca” che secondo me è un ottimo esempio di quello che voglio dire.

Spesso la diciamo per dire che a noi i soldi non interessano, ma di fatto stiamo dicendo proprio il contrario. Ti faccio un esempio.

Due amiche stanno parlando di una terza amica, Maria, che si è appena comprata un’automobile.

La prima dice all’altra: Mi chiedo come Maria possa permettersi una macchina nuova. Non per farle i conti in tasca eh, ma tra il mutuo da pagare e la retta dell’asilo

Vocabolario 3

domestica (adj.) = related to the house (it comes from the latin world ‘domus’)

sono legate a = are related to, are linked to

rincorrere = to run after

sodo = we can use it in two different context. ‘uovo sodo’ means boiled egg, whilst ‘lavorare sodo’ means working hard.

essere in grado di = being able to

atteggiamento schivo = bashful attitude

il conto = the bill

ci importa eccome! = we do care!

di fatto = actually

permettersi = to afford

il mutuo = mortgage

la retta = tuition

asilo = nursery


I soldi hanno un ruolo molto importante anche per la parità di genere. Fino a pochi decenni fa le donne italiane erano quelle che dovevano badare alla casa e alla famiglia, mentre il marito “portava a casa la pagnotta”. Ancora oggi ci sono molte donne che decidono di rinunciare al lavoro perché non è conveniente. Non ne vale la pena. E non ne vale la pena perché quei lavori sono spesso sottopagati e in orari incompatibili con quelli della scuola dei propri figli. Ma questa è un’altra storia.

O forse no. Ora ti prego di fare uno sforzo di immaginazione. Chiudi gli occhi e immagina di trovarti in un ristorante italiano. La senti la musica? E il tintinnio delle posate?

Davanti a te c’è una coppia. Sono due ragazzi, avranno circa trent’anni. Lei indossa un abito a maniche lunghe con stampa floreale. Lui una camicia sotto una giacca di jeans. Hanno appena finito di cenare, dev’essere stata una bella serata perché sorridono. I loro visi sono illuminati dalla luce di una candela che si sta per esaurire… Dev’essere accesa da un po’ di tempo.

A un certo punto arriva il cameriere e uno dei due gli chiede: “Scusi, ci può portare il conto?” – “Certo, arriva subito” risponde lui e aggiunge “Carta o contanti?”.

Bene. Fermiamoci qui.

Mentre cerco di insegnarti qualche espressione legata a questo tipo di situazione al ristorante, cerco anche di spingerti a una riflessione che nasce da un’ultima domanda:

Chi paga al ristorante?

Ti lascio così, con questa domanda così semplice ma anche così complessa. Se ti va, fammi sapere cosa ne pensi in un commento.

Noi ci sentiamo presto con un’altra storia. Se hai voglia di conoscere me e le altre insegnanti di Online Italian Classes ti aspettiamo ai prossimi corsi di gruppo che partiranno nei prossimi mesi o ti invitiamo a prenotare una sessione di conversazione in italiano, online.

Vocabolario 4

parità di genere = gender equality

badare = to look after

rinunciare = to give up

sottopagati = underpaid (plural)

il tintinnio = the clink

le posate = cutlery

stampa = pattern (in this context, otherwise it means press)

si sta per esaurire = is running out

A un certo punto = Suddenly

Carta o contanti? = Card or cash?

spingerti = to push you


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Come nascono le notizie?

Ciao! Sono Barbara, insegno italiano come lingua straniera e in questo blog ti racconto l’Italia dal mio punto di vista. Oggi voglio farti una domanda che sembra banale, ma forse non la è. Ogni giorno, infatti, leggiamo il giornale, ascoltiamo la radio e guardiamo la tv. Ma come nascono tutte quelle notizie che leggiamo, ascoltiamo e guardiamo? Scopriamolo insieme, in italiano!

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Le notizie non sono tutte uguali

Prima di tutto dobbiamo fare un po’ di ordine nel mare di notizie che ci inonda tutte le mattine.

Ci sono quelle di cronaca, che non sono mai molto felici: riguardano per lo più episodi di criminalità che vanno dalle rapine agli omicidi (queste ultime si chiamano in italiano notizie di “cronaca nera”) ma esiste anche la “cronaca sportiva” (che in Italia riguarda prettamente il calcio) o la cosiddetta “cronaca rosa” (ovvero il gossip).

Poi, ci sono le notizie di attualità, quelle che parlano di politica, per esempio. Queste di solito sono piuttosto noiose perché, prima che davvero succeda qualcosa di concreto, ne passa di acqua sotto i ponti!

Negli ultimi due anni, la pandemia ha reso molto popolari una serie di notizie riguardo alla sanità nazionale e internazionale che prima non aveva così tanto peso nei giornali italiani: proprio in questo periodo in Italia si sta discutendo se sia meglio per i cittadini ricevere un “bollettino giornaliero” con i dati dei contagi, delle ospedalizzazioni e delle morti da Coronavirus o se sia più attendibile un “bollettino settimanale”.

Ok, ma come vengono riempite tutte le altre pagine dei giornali? Sì, perché – chissà come e chissà perché – ogni giorno sembra che succeda sempre qualcosa di nuovo, ci sono sempre delle novità incredibili.

Facciamo insieme un gioco. Proprio in questo momento apro due siti web di famosi giornali italiani e leggo le prime notizie che vedo. Pronti? Via.

Titolo numero uno: Intervista esclusiva al Ceo di Pfizer, Albert Bourla: “Torneremo presto a una vita normale”

Titolo numero due: Coca Cola riapre lo stabilimento di Biella: riciclerà fino a 30 mila tonnellate di plastica

Titolo numero tre: Guadagnare camminando, arriva in Italia WeWand, l’app che paga chi fa più passi

Vocabolario 1

mare = sea

ci inonda > inondarci = to flood (us)

cronaca = reporting, news

per lo più = mostly

rapine = robberies

prettamente = strictly

cosiddetta = so called

attualità = the current situation

piuttosto = quite, pretty (quantity – careful: different than ‘piuttosto che‘, which means ‘rather than’)

ne passa di acqua sotto i ponti! = many things may happen (literally: a lot of water flows under the bridge)

peso = weight

bollettino = bulletin

attendibile = reliable

vengono riempite (“vengono” stands for “sono”) = are filled, are covered

chissà = who knows

delle novità = some news

Facciamo insieme un gioco = Let’s play a game together

Pronti? Via! = Ready? Go!

lo stabilimento = the factory

riciclerà = it will recycle

guadagnare = to earn


Questione di fonti (e visibilità)

E ora passiamo al secondo livello del gioco. Riesci a individuare in ciascun titolo il protagonista o i protagonisti?

Devi sapere che esiste una regola che tutti i giornalisti dovrebbero seguire nello scrivere le notizie. Si tratta di una regola che viene dalla tradizione anglosassone, infatti in inglese è nota sia come Five Ws che come W-h questions. In italiano si chiama regola delle “Cinque vu” e cioè:

What – Cosa

Who – Chi

When – Quando

Where – Dove

Why – Perché

How – Come

Ecco, proviamo a individuare il Who, cioè il Chi nei titoli che ti ho letto prima. Hai notato che troviamo sempre il nome di un’azienda? Pfizer è una ormai famosa casa farmaceutica statunitense che tutti abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia, The Coca-Cola Company è l’azienda che produce la famosa bevanda che le dà il nome, WeWard SAS è una startup francese che ha sviluppato un’applicazione per lo smartphone.

Quando una certa azienda si trova sulla cresta dell’onda, come per esempio Pfizer, la cui popolarità è alle stelle ultimamente, allora non dovrà fare grandi sforzi per far parlare di sé: saranno i giornali a ricercare interviste esclusive con un portavoce dell’azienda.

Ma normalmente, succede il contrario. Le aziende cercano in tutti i modi di attirare l’attenzione su di sé, magari perché hanno bisogno di migliorare la propria reputazione, oppure perché sono appena nate e vogliono farsi conoscere per trovare nuovi clienti. In questi casi ci sono delle persone interne all’azienda che lavorano in un’area che si chiama in italiano “Ufficio Stampa” e passano le giornate a inviare email e fare telefonate ai giornalisti di diverse “testate“.

Il processo è il seguente. L’azienda vuole comunicare qualcosa ai giornali, quindi il suo Ufficio Stampa scrive un comunicato stampa e lo manda ai contatti dei giornali, cioè i giornalisti.

Ottenere l’indirizzo privato dei giornalisti non è affatto semplice, infatti online si trovano solo gli indirizzi email generici delle testate locali.

Chi comincia da zero di solito manda i comunicati alle agenzie stampa. Un’agenzia di stampa (o agenzia d’informazione) è un’organizzazione specializzata nel fornire un servizio d’informazione a vari tipi di media: giornali, riviste, emittenti televisive e radiofoniche e giornali online.

In pratica, l’agenzia stampa può essere considerata la fonte di tutte le notizie importanti per un certo Paese. In Italia esistono circa 18 agenzie stampa; tra le più famose ci sono AGI (Agenzia Giornalistica Italiana) e ANSA.

Vocabolario 2

Riesci a individuare = Can you find…?

il protagonista = the main character

Ecco = Well

ti ho letto = I read to you

un’azienda = a company

ormai = by now

sulla cresta dell’onda = on top, on fire

alle stelle = through the roof

sforzi = efforts

un portavoce = a spokesperson

il contrario = the opposite

sono appena nate = they’re just born

le testate (giornalistiche) = news publications, mustheads

comunicato stampa = press release

non è affatto… = it is not … at all

manda = he/she sends

agenzie stampa = press agencies

In pratica = Basically


La natura delle notizie

Ma quindi esistono le notizie “pure”? Insomma, qual è la vera natura delle notizie?

Beh possiamo dire che le notizie sono sempre create da qualcuno. Dopotutto una notizia non è altro che un certo aspetto della realtà che, se raccontato in un certo modo, diventa rilevante. È come se qualcuno decidesse di accendere la luce su una certa fetta di mondo.

Insomma, quello che voglio dire è che dobbiamo sempre fare molta attenzione a quello che ci raccontano i giornali. Soprattutto di questi tempi, in cui – grazie a internet – tutto sembra gratuito e libero ma in realtà non è proprio così.

Qualcuno un giorno ha detto “Se il prodotto è gratis, il prodotto sei tu”.

E sì! Noi lettori, ascoltatori e spettatori siamo molto appetitosi per le aziende che cercano in tutti i modi di venderci qualcosa, sia che si tratti di uno dei loro prodotti, sia che si tratti di un’opinione migliore nei loro confronti.

Torniamo al processo che ti ho raccontato prima.

Cosa succede se, dopo aver inviato centinaia di comunicati stampa, nessun giornale pubblica la “notizia” dell’azienda? Beh, a questo punto ci sono due strade: provare ancora, questa volta cercando di scrivere il comunicato in modo ancora più accattivante (e qui sì che le parole diventano importanti!), oppure… investire dei soldi.

Sì, perché i giornali oggi sopravvivono soprattutto grazie alle inserzioni pubblicitarie delle aziende.

Prima di internet la storia era un po’ diversa: certo, le promozioni a pagamento esistevano già, ma le redazioni pagavano gli stipendi ai giornalisti grazie ai soldi dei lettori che acquistavano i giornali ogni mattina.

Lo sai, sono andata a cercare un po’ di dati sul sito dell’Istat, che è l’Istituto Nazionale di Statistica italiano, e ho scoperto che nel 2001 la percentuale di persone tra i 25 e i 64 anni che dichiaravano di leggere almeno una volta a settimana il giornale si aggirava intorno al 69%. Circa vent’anni dopo, quindi nel 2020, tale numero scende sotto il 40 %.

Per la stessa fascia di età i dati si ribaltano se si consulta la percentuale di persone che dichiara di utilizzare internet per “leggere giornali, informazioni, riviste online”: oltre il 60% nel 2020 e già il 40% nel 2005.

È chiaro, no? Più noi fruiamo gratuitamente di contenuti pubblicati su pagine online, più quelle pagine diventano preziose per gli inserzionisti, che cercheranno in tutti modi di intromettersi per modificarle a loro vantaggio.

Vocabolario 3

se raccontato = if told

accendere = to switch on the light (in this context it means ‘to light’)

fetta = slice

Insomma = In short

Non è proprio così = that’s not quite the case

spettatori = spectators

appetitosi = tempting

accattivante = captivating, engaging

investire (soldi) =invest

sopravvivono = they survive

inserzioni pubblicitarie = advertising

le redazioni = editorial offices, newsrooms

gli stipendi = salaries

scende = goes down

fascia di età = age range

si ribaltano = are reversed

fruiamo di = we consume

gli inserzionisti = advertisers

Ma il giornalismo è davvero tutto così male?

No, per fortuna. Esistono dei nuovi modelli di giornalismo il cui business è basato sugli abbonamenti. Gli abbonati pagano una cifra mensile o annuale per ricevere contenuti informativi di qualità. In cambio, il giornale si impegna a eliminare, ridurre o selezionare le inserzioni che rispecchiano certi valori. E così, si crea una community di lettori, ascoltatori… insomma, un pubblico, fedele ma soprattutto sempre meglio informato. Questo è un bel modo di fare comunicazione, non trovi?

PS. Se ti interessa, un ottimo giornale italiano che segue questo modello si chiama il Post.it.

La storia di oggi è finita, noi ci sentiamo presto con un’altra storia ma nel frattempo ti invito a scrivermi una mail per farmi sapere cosa pensi di questa.

Un abbraccio!

Vocabolario 4

gli abbonamenti = subscriptions

gli abbonati = subscribers

In cambio = In return

si impegna = is committed to

ridurre = to reduce

rispecchiano = they reflect

pubblico = audience

non trovi? = Don’t you think?

nel frattempo = meanwhile


Hey, there are only few places left for the online group classes!

The Online Italian Course For Travelers | A1 Beginners: first term already started. Only 3 places left for the second term (starting February 7th).

The Online Italian Course about Caravaggio’s Art | A2/B1 Elementary/Intermediate: full. Send us an email if you want to know when there’ll be the next one.

The Online Italian Course of Folklore in Italy 2 | A2/B1 Elementary/Intermediate: Only 3 places left for both sessions (starting February 10th and 11th)

The Online Italian Course about Leonardo’s Art | A2/B1 Elementary/Intermediate: 5 places left (starting February 8th)

The Online Italian Course of Folklore in Italy 1 | B1/B2 Intermediate/Upper-Intermediate: Send us an email if you want to know when there’ll be the next one.


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Le festività in Italia

Ciao! Sono Barbara, insegno italiano come lingua straniera e da novembre 2020 ti racconto l’Italia dal mio punto di vista. Ora che è gennaio 2022 vorrei parlarti delle festività che ogni anno si celebrano in Italia… Pronti? Via!

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Quante feste!

Se oggi ti trovassi in Italia, potresti voler comprare un calendario del 2022. Io in casa ne tengo sempre almeno due: uno per la cucina e uno per la sala. Nei calendari italiani la settimana comincia con il lunedì e finisce con la domenica. I giorni “normali” hanno un colore diverso rispetto ai giorni “di festa”, che tradizionalmente sono rossi.

P.S. I giorni “normali” si chiamano feriali e quelli “di festa” si chiamano, appunto, festivi.

Per capirci, i giorni festivi sono normalmente tutte le domeniche: i giorni in cui non si lavora. (Ovvio, ci sono persone che lavorano anche di domenica, come i medici e gli infermieri, o chi lavora in un ristorante o in un bar).

P.P.S. Nemmeno di sabato, normalmente, si lavora in Italia. Tuttavia, il sabato è considerato feriale, anche per le regole della strada. I parcheggi stradali, quelli lungo le strade aperte al traffico, sono spesso a pagamento (lo si capisce dal colore delle strisce che delimitano i posti auto: se sono bianche il parcheggio è gratuito, se sono blu il parcheggio si paga… E di solito sono blu).

Ebbene, nei giorni festivi in Italia i parcheggi sono gratis anche nelle strisce blu. Quindi, la domenica il parcheggio non si paga perché è un giorno festivo; ma il sabato si paga perché è considerato un giorno feriale.

E poi ci sono dei giorni eccezionali, in cui si fa festa per un motivo che può essere religioso oppure laico.

Perché ti sto parlando di questo tema? Perché durante i giorni festivi italiani potrebbe essere interessante per te visitare l’Italia, altre volte invece sarebbe meglio evitare di venire qui durante quei giorni… Perché la troveresti deserta!

Fatte queste premesse, adesso possiamo vedere insieme quali sono i giorni festivi italiani (ti accorgerai che ci sono moltissime feste cattoliche che probabilmente non si celebrano nel tuo Paese).

Vocabolario 1

ne tengo sempre almeno due = I always keep with me at least two of them (two calendars)

ne = of them* (ne is always followed by a quantity)

tengo = I keep

sempre = always

almeno = at least

due = two (of them*)

le strisce = stripes (painted on the streets)

un motivo = a reason

laico = secular (not religious)

evitare = to avoid


Gennaio

A gennaio in Italia ci sono due feste:

  • il primo dell’anno (1 gennaio)
  • l’Epifania o la Befana (6 gennaio)

La festa del primo dell’anno è laica, infatti deriva da una decisione presa in epoca romana.

L’Epifania, invece, è una festa religiosa. Si tratta del momento in cui i Re Magi hanno raggiunto la capanna di Gesù bambino dopo aver seguito la stella cometa.

Nel linguaggio comune, spesso si usa l’espressione “ho avuto un’epifania” oppure “lui o lei ha avuto un’epifania”. Significa che una persona ha scoperto qualcosa di inaspettato che ha portato a un cambiamento.

Per esempio, durante il lockdown molte persone hanno avuto un’epifania: si sono rese conto che non erano felici con la loro vita e hanno deciso di lasciare il loro vecchio lavoro per dedicarsi a ciò che le rende davvero felici.

Il giorno dell’Epifania, si chiama anche “La Befana”. La Befana è una strega dall’aspetto spaventoso, che cavalca una vecchia scopa volante nella notte tra il 5 e il 6 gennaio per portare in dono ai bambini un sacco di dolciumi (caramelle, torroni, cioccolatini, e anche piccoli giocattoli).

Si tratta di una figura folcloristica tipicamente italiana la cui origine sembra essere contadina: alcuni pensano che derivi dalla dea Diana, protettrice della caccia ma anche della vegetazione, che veniva invocata la dodicesima notte dopo il solstizio invernale per celebrare la morte e la rinascita della natura.

Come si dice in questi giorni, il 6 gennaio arriva l’Epifania che tutte le feste porta via!

Vocabolario 2

il primo = the first

deriva da = comes from

hanno raggiunto = they reached / they arrived at

la capanna = hut

ha scoperto = he/she found

cavalca = rides

una scopa volante = a flying broom stick

portare in dono = bring as a gift

solstizio invernale = winter solstice, midwinter


Febbraio e marzo

Febbraio e marzo sono mesi piuttosto tranquilli, niente feste eccezionali! Colgo l’occasione di questa tranquillità per raccontarti una curiosità: se in un certo anno uno o più giorni festivi coincidono con il weekend, non esiste la possibilità di “recuperarli“.

Per esempio, nel 2021 Natale è capitato di sabato e Santo Stefano (il 26 dicembre) di domenica. Inoltre, anche il primo giorno dell’anno 2022 è stato un sabato. Cosa succede quindi? Proprio niente. Andrà meglio l’anno prossimo!

E la Pasqua?

Cavolo, mi stavo dimenticando una festa molto importante per i cristiani… la Pasqua! Il giorno di Pasqua, quello in cui si celebra la resurrezione di Gesù e quindi la scoperta della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo come unica entità), è l’unico a non avere una data fissa nel calendario.

L’unica certezza è che capiterà sempre di domenica. Questo significa che il giorno di “Pasquetta” chiamato anche “Lunedì Santo” o “Lunedì dell’Angelo”, cioè il giorno dopo Pasqua, sarà sempre di lunedì e sarà sempre un giorno festivo.

Un’altra curiosità: a differenza di altri Paesi, in Italia il cosiddetto “Venerdì Santo” (quello che precede la Pasqua), è considerato feriale: cioè le persone vanno a lavorare.

Aprile

L’Italia festeggia una ricorrenza storica molto importante in questo mese: il 25 aprile, che è la Festa della Liberazione. Il 25 aprile del 1945 l’Italia è stata liberata dall’occupazione nazi-fascista grazie all’aiuto delle truppe alleate e alle azioni eroiche dei cosiddetti “partigiani”: persone comuni, che hanno combattuto sulle montagne dell’Appennino, donando la vita per salvare la patria.

Se ti capitasse di viaggiare in Italia in occasione di questa festa, ti suggerisco di visitare l’Emilia Romagna, una regione in cui le lotte partigiane hanno fatto la storia e ancora oggi se ne vedono le tracce.

Vocabolario 3

Colgo l’occasione = I take the opportunity

più = here means “many”

recuperarli = to “recover” them, to bring them back

è capitato = it happened, it was

Proprio niente. = Nothing at all

Andrà meglio l’anno prossimo! = Next year we’ll be luckier!

precede = anticipates, comes before

ricorrenza storica = historic anniversary

truppe alleate = allied troops

Se ti capitasse = If you happen

lotte partigiane = civil fights

se ne vedono le tracce = the consequences are visible


Maggio

Il primo maggio (1 maggio) è la festa dei lavoratori, una giornata in cui si riflette sull’importanza di condizioni di lavoro più eque, sia sul piano dell’occupazione delle minoranze, sia su quello dei salari e degli orari di lavoro.

Dal 1990 il primo maggio è anche il giorno in cui è organizzato un grande concerto con tutti i più famosi artisti italiani contemporanei.

Il concerto inizia nel pomeriggio e termina la notte, e viene trasmesso gratuitamente in televisione in diretta da piazza San Giovanni in Laterano a Roma.

Giugno

Il 2 giugno è la festa della Repubblica. Si festeggia ogni anno dal 2 giugno 1946, la data in cui gli italiani (e per la prima volta nella storia anche le italiane!) sono andati a votare a un referendum in cui hanno deciso quale forma di Stato dare al Paese.

I risultati furono: 45,7% di voti per la Monarchia e 54,3% di voti per la Repubblica. E così, l’ultimo re d’Italia Umberto II di Savoia andò in esilio in Portogallo.

Una curiosità: ai discendenti maschi del re fu proibito il ritorno in Italia fino al 2002.

Eh sì, hai capito bene… le donne in Italia hanno avuto diritto al voto solo a partire dal 2 giugno 1946.

Vocabolario 4

si riflette = people reflect upon

sul piano (di) = speaking of, regarding

termina = it ends

in diretta (da) = live from

sono andati a votare (andare a votare) = they go to vote, go to the polls

forma di Stato = form of the State (form of government)

andò in esilio = he was exiled

il ritorno = the return

il diritto al voto = the right to vote

a partire (da)= from


Luglio e agosto

A luglio in Italia non ci sono festività particolari, ma in agosto ce n’è una religiosa che ha origini pagane. Si tratta di Ferragosto, chiamata anche “La Madonna d’Agosto”.

Ferragosto era già una festa romana legata al raccolto. Deriva, infatti, dal latino Feriae Augusti (il riposo di Augusto) istituita dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. per festeggiare la fine dei lavori agricoli.

Per la Chiesa cattolica, il 15 di agosto è il giorno dell’assunzione in cielo della Vergine Maria in anima e corpo, ovvero il giorno della sua morte terrena.

A questo punto è importante aprire una parentesi, perché la settimana di Ferragosto (quindi quella che include il 15 di agosto) è un po’ particolare per gli italiani. Ecco cosa succede in quei giorni: le città si svuotano, i negozi chiudono e le persone vanno in ferie.

Questo significa che, se decidessi di visitare una piccola città, la troveresti probabilmente deserta. Potresti avere un po’ più di fortuna con le grandi città come Roma, Firenze o Napoli: potrebbe essere interessante visitarle perché troveresti i musei liberi, ma potrebbe fare molto caldo.

Invece, le località di mare, di lago o di fiume (quindi in montagna o in campagna) sono sempre molto affollate. Trovare un hotel o un appartamento libero nei giorni intorno al 15 di agosto è sempre complicato: meglio prenotare con largo anticipo!

Settembre e ottobre

Settembre non è tempo per fare festa: per i lavoratori è sempre il mese più “incasinato” e per i genitori è tempo di ricominciare la routine della scuola!

P.S. Lo sai che gli studenti italiani rimangono a casa per un lungo periodo in estate: da giugno a settembre! Quanto era bello quel periodo… il migliore dell’anno.

Nonostante non vi siano feste, settembre e ottobre sono dei mesi perfetti per visitare l’Italia: nel nord i colori delle foglie rendono la natura molto affascinante e al sud la temperatura permette di fare ancora il bagno in mare.

Vocabolario 5

pagane = pagan, heaten

il raccolto = the harvest, the crop

l’assunzione = the assumption

aprire una parentesi = make a digression (literally “to open a parenthesis)

si svuotano = they become empty

le persone vanno in ferie = people go on holiday

la fortuna = the luck

affollate = crowded

prenotare = to reserve

largo anticipo = plenty of time in advance

incasinato = messed up

rendono = make (nature fascinanting)

permette = it allows

fare il bagno = bathing


Novembre

Come ti avevo raccontato nel primo articolo del blog nella storia di Online Italian Classes, il primo novembre in Italia si celebra “Ognissanti”, che si chiama anche “Tutti i santi” o semplicemente “I Santi”.

Tra il 31 ottobre e il 2 novembre (che è la festa dei morti, ma rimane un giorno feriale) molti italiani fanno visita ai loro cari defunti nei cimiteri, altri preferiscono fare una piccola gita fuori porta in una città vicina per passare qualche giorno di festa in compagnia.

Dicembre

Ed eccoci all’ultimo mese dell’anno, che è decisamente pieno di festività da celebrare. La prima è l’8 dicembre, una festa cattolica che si chiama “Immacolata Concezione” (o anche solo “Immacolata). Si tratta del momento in cui si celebra il concepimento del figlio di Dio da parte della Vergine Maria, preservata dal peccato originale.

Nella mia famiglia, l’8 dicembre è il giorno in cui si preparano gli anolini, una pasta ripiena tipica della città di Piacenza, che si mangiano il giorno di Natale. Lo stesso giorno, approfittiamo della festa per addobbare la casa con le decorazioni natalizie: noi di solito non prepariamo il presepe, ma “facciamo l’albero“.

Gli ultimi due “giorni rossi” del calendario sono il 25 dicembre, Natale, e il 26 dicembre, Santo Stefano, il primo martire del Cristianesimo.

Il Natale è un bel periodo per visitare l’Italia, che è tutta illuminata, piena di cibo e di mercatini colorati. Tra le città che visito più volentieri sotto Natale ci sono Torino, Milano e Bologna. Un luogo che vorrei percorrere in questo periodo è la via dei presepi a Napoli: l’ho percorsa d’estate ed era carina ma con l’atmosfera natalizia dev’essere perfetta!

Vocabolario 6

i cari defunti = the beloved ones who passed away

gita fuori porta = a day trip out of town

il peccato originale = the original sin

pasta ripiena = stuffed pasta (like ravioli)

approfittiamo = we take advantage of the time we have (for doing something)

addobbare = to decorate

il presepe = the crib, the nativity scene

“fare l’albero”= to decorate the Christmas tree

volentieri = gladly

percorrere = to walk


La festa del patrono e altre feste folcloristiche

Il calendario è finito ma la verità è che ci sono decine di altre festività che non ti ho menzionato. Prime tra tutte, le feste del patrono. Devi sapere che ogni città italiana ha il suo patrono e nel giorno del patrono si fa sempre una grande fiera: le persone stanno a casa dal lavoro e fanno festa!

Per esempio, il santo patrono di Piacenza è Sant’Antonino, che si festeggia il 4 luglio con la fiera di Sant’Antonino.

Poi, ci sono moltissime altre tradizioni legate al folclore. Se ti interessa saperne di più, ti suggerisco di partecipare al corso “Italian Folklore” tenuto da Laura, un’insegnante di italiano esperta di antropologia sociale. Durante il corso, Laura racconta il passato e il presente di quattro diverse feste italiane che si festeggiano dal nord al sud Italia. (Leggi qui cosa hanno detto i partecipanti sul corso Folklore 1)

Vocabolario 7

decine di = tens of, dozens of

patrono = patron, protector

fiera = fair


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