Ciao, sono Barbara, insegno italiano come lingua straniera e oggi voglio parlarti di salute mentale in Italia attraverso una famosa canzone italiana. Alla fine dell’episodio, condivido con te una lista di “cattive abitudini di pensiero”… Ti riconosci in qualcuna di queste?
Ultimamente ho dovuto rispolverare nella memoria alcune canzoni dell’infanzia che credevo di aver dimenticato.
Una di queste è di un cantante che è stato protagonista della scena musicale italiana negli anni 60-70 (tra l’altro, ha vinto il Festival di Sanremo nel 1968 e gli anni successivi è arrivato secondo e terzo in classifica).
Lui si chiamava Sergio Endrigo ed era più propriamente un cantautore, cioè talvolta scriveva i testi delle sue canzoni di suo pugno o ne arrangiava la musica.
Quella che forse è la canzone più famosa di Sergio Endrigo è “Io che amo solo te”, una poesia dolcissima che parla di un amore fedele, unico e indissolubile.
Ad ogni modo, oggi non voglio parlarti di questa canzone “per adulti” ma di un’altra canzone di Sergio Endrigo “per bambini”. La canzone si chiama “La casa” e, oltre a fornire un ampio vocabolario tematico appunto sulla casa, tratta, in modo molto originale, l’argomento di cui vorrei parlarti oggi: la pazzia.
Quando me la cantavano i miei genitori, trovavo questa canzone geniale e allo stesso tempo un po’ angosciante. Senti che cosa dice:
Era una casa molto carina
Senza soffitto, senza cucina
Non si poteva entrarci dentro
Perché non c’era il pavimento
Non si poteva andare a letto
In quella casa non c’era il tetto
Non si poteva fare pipì
Perché non c’era il vasino lì
Ma era bella, bella davvero
In via dei matti numero zero*
La casa, Sergio Endrigo
Vocabolario 1
rispolverare = recall (literally ‘dusting’)
l(a)’infanzia = childhood
la scena = the scene
successivi (plurale) = following
in classifica = in the chart
di suo pugno = in his own hand
arrangiava = he arranged (for music)
fedele = faithful, loyal
indissolubile = lasting, permanent
Ad ogni modo = Anyway
appunto = indeed
tratta = is about
la pazzia = insanity
il vasino = the small toilet used for training kids to use the bathroom
In via… * = In Italy addresses are written using the following order: first the street (‘via’) or piazza etc, second the name of the street, then the number (called ‘numero civico’)
Ma tu lo sai cosa vuol dire “matto”?
Secondo il vocabolario Treccani “matto” è un aggettivo che definisce una persona che non possiede l’uso della ragione, cioè un pazzo.
La cosa che probabilmente da bambina non mi quadrava è che questa parola fosse in questa canzone considerata diversamente dal solito. Era in qualche modo normalizzata. Come se fosse normale una casa senza soffitto, senza cucina, in via dei matti numero zero.
Le altre volte in cui l’avevo sentita, la parola “matto” aveva sempre avuto un’accezione negativa.
Per esempio in italiano esiste un proverbio che dice “Chi è al coperto quando piove, è ben matto se si muove” come a indicare che non è accettabile fare qualcosa che nessuno fa e farsi guidare da motivazioni passionali invece che razionali (cioè uscire sotto la pioggia per piacere).
Nella mia città si usa dire una frase dialettale che ho sentito un milione di volte: “Ma rob da matt!” cioè “robe (cose) da matti!”.
Anche questa frase, la si dice di fronte a comportamenti ritenuti strani, non comuni, come per esempio stare svegli di notte e dormire di giorno, oppure… Mettere l’ananas sulla pizza!
Vocabolario 2
non mi quadrava = It didn’t sound right to me
una accezione = meaning, sense
l(a)’ananas = pineapple
Nel tempo in cui sono cresciuta e il mio panorama musicale si è ampliato, ho scoperto che la pazzia è spesso trattata nelle canzoni. Pensiamo a “Shine on your crazy diamond” dei Pink Floyd, il brano dedicato a Syd Barrett, che aveva lasciato il gruppo a causa della sua condizione mentale. Oppure pensiamo al testo di “The Fool on the Hill” dei Beatles, che racconta la storia di un uomo emarginato dalla gente perché ritenuto folle, ma che alla fine “never listens to them, he knows that they’re the fools”.
In Italia, tra i maggiori interpreti musicali della pazzia ci sono sicuramente Fabrizio De André con i suoi personaggi ai bordi della società (basta ascoltare il meraviglioso testo della canzone “Un matto” per farsi un’idea di ciò che intendo dire) e, più recentemente, i Måneskin che hanno fieramente urlato in tutto il mondo “sono fuori di testa ma diverso da loro!”.
Un’altra famosa canzone italiana che parla di pazzia e nello specifico di depressione è “Jenny è pazza” di Vasco Rossi, ma lascio parlare il bravissimo giornalista Francesco Oggiano a riguardo:
Vocabolario 3
si è ampliato = increased, expanded
è trattata = it is the object of (songs)
il brano = the lyrics
ritenuto = regarded as
In Italia la salute mentale sta diventando di interesse pubblico solo ultimamente e siamo ancora lontani dall’immaginare, come succede per esempio a Londra, cartelli in metropolitana che invitano a ricordare che non tutte le disabilità sono visibili agli occhi.

L’ultimo rapporto sulla salute mentale prodotto dal SISM (Sistema Informativo per la Salute Mentale) promosso dal Ministero della Salute italiano mostra che nel 2021 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 289.871 unità di cui il 94,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita. Se ti sembrano dati sorprendenti, pensa che sicuramente la pandemia ha influito molto su questa scelta, ma anche che l’Italia inizia a muovere i primi passi in questa direzione solo adesso.
Considera anche il fatto che i cosiddetti “manicomi”, luoghi in cui venivano internate le persone “pazze” per curarle con tecniche quali l’elettroshock, in Italia sono stati aboliti solo nel 1978 dalla “Legge Basaglia” (ti ricordi? In Italia la legge prende il nome del suo promotore, o meglio il cognome) ma i cosiddetti “ospedali psichiatrici” ci hanno messo altri vent’anni per essere definitivamente chiusi. Inutile dire che le cure psicologiche non siano state ancora del tutto normalizzate nel Bel Paese.
Vocabolario 4
il rapporto = the report
sono entrati in contatto = came into contact
ammontano a = amount to
ha influito = influenced, affected
venivano internate = they were interned, sectioned
ci hanno messo = it took (20 more years) to them for (being closed)
Il Bel Paese = Italy (literally ‘The Nice Country”)
Io stessa faccio parte di questi “pazzi contemporanei che vanno dallo psicologo” e, per concludere questo episodio, vorrei condividere con te alcuni insegnamenti molto utili che ho portato a casa da questa mia esperienza.
Premetto che non è nulla di privato, infatti si tratta di una risorsa scaricabile gratuitamente dal sito www.getselfhelp.co.uk/unhelpful.htm
Si tratta di “Unhelpful Thinking Habits” che potremmo tradurre come “modi di pensare controproducenti“.
Negli anni, infatti, tendiamo a cadere in abitudini di pensiero che non sono solo inutili ma spesso addirittura controproducenti e dannose per noi e per gli altri. Ecco una lista delle più comuni. Potresti riconoscerti solo in alcune di esse (e pensare “cavolo, questo sono proprio io!”). Se riconosci di avere uno di questi atteggiamenti nel momento stesso in cui lo stai adottando, dovresti cercare di fermarti e dirti: ehi, forse sto adottando un modo di pensare controproducente? Prendere distanza da questi pensieri è il primo passo verso una migliore salute mentale.
Vocabolario 5
ho portato a casa = I learnt, I acknowledged, I gained (literally “I took home”)
scaricabile = downloadable
controproducenti = counter-productive
dannose = harmful, damaging
cavolo = (expression) damn it! (literally “cabbage”)
sto adottando = Am I adopting…
- Filtro mentale. È come indossare un paio di occhiali colorati per guardare la realtà, che ci appare quindi distorta. Se i nostri occhiali sono neri, vediamo tutto negativo. Se i nostri occhiali sono rosa, potremmo essere così infatuati di una persona da non vederne i difetti.
- Predizione. Immaginare il futuro e pensare che andrà esattamente così come se fossimo in grado di leggere una sfera di cristallo.
- Lettura della mente. Assumere di sapere quello che gli altri stanno pensando.
- Paragonare e disperarsi. Vedere negli altri solo gli aspetti positivi e, paragonandoci con loro, vedere in noi stessi solo quelli negativi (un esempio perfetto qui sono i social media)
- Autocriticarsi. Attribuire tutta la colpa a noi stessi per eventi che non dipendono totalmente da noi.
- Devo e dovrei. Pretendere troppo da noi stessi e non essere mai contenti dei risultati ottenuti.
- Giudizi. Giudicare noi e gli altri prima di descrivere semplicemente un fatto.
- Ragionamenti emotivi. Esagerare una situazione sulla base delle emozioni. Per esempio: sentirsi in ansia e quindi pensare di essere in pericolo, come se la realtà oggettiva dipendesse da come ci sentiamo.
- Fare di tutta l’erba un fascio (in inglese “making a mountain out of a molehill”). Per esempio, se abbiamo perso l’autobus di prima mattina, dichiarare che è una brutta giornata e condizionare così tutto il resto della giornata.
- Drammatizzare. Immaginare sempre la peggiore delle ipotesi. Per esempio: se adesso esco di casa, pioverà. Se prendo la bicicletta, cadrò e mi farò male.
- Bianco e nero. Pensare che qualcosa o qualcuno possa essere solo buono o cattivo, come se non esistessero sfumature o come se le cose non potessero mai evolvere.
- Ricordi. Riportare alla memoria situazioni spiacevoli del passato e pensare che il pericolo sia nel presente.
E con questo ti saluto, sperando che tu abbia trovato questo episodio interessante e magari utile. Se ti va, fammelo sapere in una mail! Scrivi a info@onlineitalianclasses.com
Ci vediamo alla prossima!
Vocabolario 6
infatuati = besotted
Predizione = prediction
la sfera di cristallo = the crystal ball
Paragonare = to compare
Devo e dovrei = Must and should
la realtà = the reality
di prima mattina = early in the morning
sfumature = undertones
alla prossima = See you next time!
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